NOVEMBRE 1956 "BOMBARDATE BUDAPEST"

di Giorgio Tanzi

Il 1956 fu un anno di avvenimenti drammatici, e vide anche, nel quadro della repressione della rivolta in Ungheria, la prima pianificazione di un’operazione di guerra per le Forze Strategiche della VVS sovietica .
I protagonisti dovevano essere i Tu-4 ( Bull) , le copie sovietiche del B-29 americano, di un reparto basato, a Borispol, vicino a Kiev in Ucraina.
Si trattava del momento culminante della crisi ungherese: il premier Nagy aveva proclamato l’uscita del paese dal Patto di Varsavia e i corazzati russi stavano per entrare in Ungheria.
Fu allora che gli equipaggi dei Tu-4 della 43a armata aerea ricevettero l’ordine di bombardare Budapest !
Una quindicina di bombardieri, carichi ciascuno con 3.000 kg di bombe, e con l’armamento difensivo in pieno assetto, dovevano dirigere su Ploesti, sorvolando la Romania, per poi compiere una virata di 330 gradi e puntare su Budapest. Obiettivo, il comando ungherese insediato in un teatro di Pest .
La quota di volo doveva essere inizialmente di 8.600 m, da ridurre poi in vicinanza dell’obbiettivo a 3.000 m, alla velocità di 380 km/h
Il volo si svolse con i bombardieri al peso di oltre 60.000 kg, prossimo al massimo consentito. Negli equipaggi dominava un intenso nervosismo, in fin dei conti l’ Ungheria era allora un paese fratello, contro cui nessuno provava particolare avversione.
Ma improvvisamente alla radio fu trasmessa la parola Kover, tappeto, che significava in codice di interrompere l’azione. E il Tu-4 invertirono la rotta per il rientro, con sollievo degli interi equipaggi.
I corazzati sovietici si erano velocemente impadroniti della città e avevano raggiunto l’obiettivo a cui erano stati destinati i bombardieri.
Fu, per quanto mancato, da considerarsi una delle poche missioni svolte nel cuore dell’ Europa dai Tu-4 . Un esemplare dei Bull partecipanti si trova dal 1958 al museo dell’Accademia Yuri Gagarin a Monino.
Una delle innumerevoli missioni della VVS negli anni della guerra fredda si era risolta senza danni e senza caduti.

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