LE PRIME DONNE IN MONGOLFIERA

Nella figura: ritratto del 1811 di Sophie Blanchard, che divenne aerostiera professionista.

Le prime donne a sollevarsi da terra furono quattro nobili francesi nel 1784 – tutte donne di corte del Re Luigi XVI – usufruendo, per lo scopo da ottenere, del loro rango ed anche del loro fascino.
Le coraggiose candidate al volo erano la marchesa di Montalambert e la contessa di Montalambert, la contessa di Podenas e Mademoiselle de Lagarde che convinsero Jean François Pilâtre de Rozier, che era stato il primo uomo a volare in pallone, a portarle in volo. Rozier, in seguito, sperimenterà una combinazione letale di aria calda e idrogeno con risultato negativo, ottenendo il non desiderato primato di prima vittima d’incidente aereo, il 16 giugno 1785.
L’affascinante aristocratico il 15 ottobre 1783 intraprese il primo volo della storia in mongolfiera; salì fino all’altezza di 26 metri su un pallone vincolato a terra da funi e rimase in aria, alimentando il fornello della mongolfiera, per poco più di quattro minuti.
Il re di Francia Luigi XVI, aveva pensato di far sperimentare il primo volo in mongolfiera a due condannati a morte, ai quali avrebbe concesso la grazia in caso di riuscita, ma Rozier si oppose e si offrì quale collaudatore.
Jean François Pilâtre de Rozier come suo primo passeggero ebbe il marchese d’Arlandes con il quale, il 21 novembre 1783, compì un volo su Parigi di 20 minuti.
Il 20 maggio 1784 ci fu l’ascensione del nobile con le quattro donne, presentatesi all’appuntamento imparruccate ed incipriate, pronte ad intraprendere quella nuova esperienza con tutta la loro femminilità. L’emozione che provarono non fu quella sperata in quanto la mongolfiera, dopo essersi alzata di pochi metri, si accasciò per terra con la navicella adornata dai nastri e dalle parrucche dell’equipaggio femminile in lacrime. Nonostante l’epilogo del volo, però, le signore avevano avuto il loro momento di gloria, divennero celebri e ricevettero omaggi floreali per il coraggio che avevano dimostrato. Pilâtre de Rozier, da parte sua, affermò che comunque il gentil sesso non aveva certo bisogno di questo nuovo mezzo per dimostrare quanto potesse essere interessante… Questa affermazione galante poteva anche far intendere che il volo doveva essere caccia riservata ad un’utenza maschile e le signore, quindi, avrebbero dovuto ritornare alle loro più tradizionali occupazioni!
Da questo episodio non passò molto tempo che un’altra donna volle provare il volo in mongolfiera, forse solo per avere nuove emozioni: Elisabeth Thible, una lionese sposata dall’età di 12 anni con un ricco barone. Un suo amico, un tal Fleurant, pittore squattrinato, era stato finanziato dal conte Laurencin per costruire una mongolfiera. Elisabeth, donna molto bella, seppe convincere il conte a cederle il posto al momento di salire con Fleurant. Il decollo fu un po’ movimentato, la mongolfiera s’innalzò ondeggiando fra una folla di spettatori tra i quali vi era anche re Gustavo di Svezia, padrino della bella Elisabeth che, trovandosi in Francia, era venuto ad assistere all’avvenimento.
Il cielo era sereno, ma per un’imprevista raffica di vento il pallone si abbatté a terra. Elisabeth e Fleurant, delusi e spaventati, uscirono dall’incidente quasi del tutto illesi. La folla, testimone di questa impresa non riuscita, si entusiasmò ugualmente e portò in trionfo i due aeronauti al lume di torce, mentre gli spettatori ai bordi della strada si affannavano a strappare loro bottoni, fibbie di scarpe ed altri “souvenirs”, gratificando il loro coraggio e contribuendo a creare la loro fama.
In quel momento per la folla gli aerostieri erano degli eroi e lo sarebbero stati indipendentemente dalla loro nobiltà, dagli abiti e dalle costose parrucche che indossavano.

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