Albert Scott Crossfield : la stupefacente carriera e la strana morte di un gigante dell’Aviazione.

di Nico Sgarlato

 

Scott Crossfield e’ stato uno dei più grandi piloti collaudatori della storia dell’aviazione. Assieme a Chuck Yeager, negli anni dell’epopea degli X- Aircraft , “ Scotty”, come amava essere chiamato, fu qualcosa di simile a quello che nell’Italia più povera e dalle ambizioni più modeste avrebbero potuto essere Coppi e Bartali: i due italiani in gara per essere i più veloci su una bicicletta, mentre Crossfield e Yeager si contendevano il primato del più alto numero di Mach!
Crossfield probabilmente non aveva il carisma di Chuck Yeager, favorito da un aspetto più prestante, ma certamente aveva una formazione professionale completa e, infatti, amava dire di essere un progettista aeronautico divenuto pilota per meglio capire gli aeroplani.
Scotty Crossfield era nato a Berkeley, in California, il 2 ottobre 1921 e a sei anni era salito per la prima volta su un aeroplano (ovviamente come passeggero). A 12 aveva preso in mano per la prima volta i comandi. Durante la Seconda Guerra Mondiale aveva prestato servizio nell’US Navy come istruttore e pilota da caccia, volando su F6F ed F4U, e dopo il conflitto, nel 1949, si era laureato in ingegneria aeronautica, specializzandosi in aerodinamica e lavorando al Kirsten Wind Tunnel dell’University of Washington.
Nel giugno 1950 era stato assunto dal NACA (National Advisory Committee for Aeronautics) e assegnato alla High-Speed Flight Station, quella che oggi è il Dryden Flight Research Center della NASA.
In quel periodo aveva iniziato la sua corsa ai primati, partecipando, tra il 1950 ed il 1955, ai collaudi di aerei come i Bell X-1, Northrop X-4, Bell X-5, Convair XF-92A, Douglas D-558-I Skystreak e D-558-II Skyrocket, e totalizzando 87 voli con propulsione a razzo ed ulteriori 13 voli sullo Skyrocket con la sola propulsione a reazione.
Il 20 novembre 1953 era stato il primo uomo a raggiungere Mach 2 con lo Skyrocket ma la sua carriera di collaudatore di aerei “estremi” doveva arrivare al culmine il 15 novembre 1960 quando, volando a oltre 3.150 km/h (Mach 2,97) con un X-15, aveva toccato la velocità più alta della sua carriera nonché la massima altitudine (26.858 m); per inciso, Crossfield aveva preso parte anche alla progettazione di quest’ultimo aerorazzo. Infatti, nel 1955 aveva lasciato la NASA ed era stato assunto dalla North American Aviation.
Nell’ambito di questo suo incarico aveva compiuto, nel 1959, il primo volo di collaudo dell’X-15. Complessivamente Scotty aveva compiuto, con “il favoloso X-15” 16 voli vincolati all’aereo-madre B-52 e 14 voli liberi.
Durante il periodo della sua attività alla North American si era anche occupato del missile di crociera Hound Dog, delle prime ricerche nel campo dei paracadute ascensionali e dei deltaplani, dei moduli di comando e servizio della capsula Apollo e del secondo stadio del vettore Saturn V.
Lasciata la North American, aveva ricevuto incarichi ad alto livello nella Hawker-Siddeley Aviation e nella Eastern Airlines, assumendo dal 1977 al 1993 il ruolo di consigliere tecnico del Committee on Science and Technology della Camera.
Il suo ultimo incarico ufficiale data il 2003, quando, a 82 anni (continuando a rivaleggiare, in fatto di longevità professionale, con Yeager) era stato istruttore dei piloti che dovevano portare in volo la replica del Wright “Flyer” del 1903, costruita per commemorare il primo secolo del volo a motore.
A 84 anni, il 19 aprile 2006, Scotty stava volando da solo ai comandi del suo Cessna 210A Centurion, quando, senza alcun segnale di “Mayday” che facesse supporre un’avaria, non ha dato più notizie. Proprio per questo motivo, anche se nessuno lo ha detto, sono stati in molti a pensare che forse Crossfield potrebbe aver pensato che fosse giunto il momento di chiudere, tenendo tra le mani un volantino !

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